Monografia a stampa
Twain, Mark
Roma : Gruppo Editoriale L'Espresso, 2016
Abstract/Sommario: In Storia di un cane, pubblicato da Mark Twain nel 1903, a parlare è appunto un cane, o meglio una cagnolina, nata da un pacioso San Bernardo e da una collie molto pretenziosa, capace di stupire il suo auditorio canino con paroloni sentiti dai padroni e da lei ripetuti con sussiego, pur nella pervicace ignoranza del loro significato.
Comincia così, su un registro in equilibrio fra la favola e la storia surreale, il primo dei due racconti qui proposti.
Più scherzoso, e più implicato ...; [Leggi tutto...]
In Storia di un cane, pubblicato da Mark Twain nel 1903, a parlare è appunto un cane, o meglio una cagnolina, nata da un pacioso San Bernardo e da una collie molto pretenziosa, capace di stupire il suo auditorio canino con paroloni sentiti dai padroni e da lei ripetuti con sussiego, pur nella pervicace ignoranza del loro significato.
Comincia così, su un registro in equilibrio fra la favola e la storia surreale, il primo dei due racconti qui proposti.
Più scherzoso, e più implicato nelle mode del tempo, è Alla cura dell’appetito (1900). Qui l’io narrante, quasi anoressico, capita in una clinica vicino Vienna specializzata nel far recuperare l’appetito a chi lo ha perduto, e diretta da un amabile ma terribile professor Haimberger.
Si è sempre parlato di umorismo come asse portante della produzione di Mark Twain. E certo in questi due racconti di umorismo ce n’è parecchio.
Ma c’è anche un’attenta analisi di vizi e virtù della società del tempo, materiale che egli traeva dal vero sottotesto della sua opera, costituito da un’infinita serie di inchieste e indagini serissime sulla vita quotidiana, il sistema sociale, i costumi morali degli americani e di altre popolazioni, che costituiscono l’inesauribile serbatoio sia delle “invenzioni” narrative che delle deformazioni caricaturali della sua scrittura. - The £ 1,000,000 Bank-note – Scritto nel 1893, La banconota da un milione di sterline dà il titolo alla raccolta di racconti pubblicata in quello stesso anno da Mark Twain.
È un racconto, quindi, che l’autore sentiva in qualche modo di punta, o almeno come il più importante del libro appena dato alle stampe. E non si può dargli torto, visto il perfetto equilibrio che in esso raggiunge fra la franca felicità della narrazione e la compresente distorsione ironica di quanto narrato.
La Banca d’Inghilterra aveva emesso due banconote da un milione di sterline.
Solo una però era stata usata, mentre l’altra era rimasta nella cassaforte della banca.
Un ricco signore e suo fratello, conversando sulla banconota milionaria, avevano scommesso sulla possibilità per uno straniero senza altro in tasca che quella banconota, della quale non potesse in alcun modo giustificare il possesso, di riuscire a sopravvivere a Londra per almeno trenta giorni senza finire in prigione.
Detto fatto, acquistata la banconota si misero alla ricerca del soggetto adatto all’esperimento. E il giovane Henry Adams, ex impiegato in una finanziaria di San Francisco, ora ridotto sul lastrico sembrava proprio fare al caso loro.