Monografia a stampa
Bernardon, Michele
Cavasso Nuovo : Circolo Culturale Castel Mizza, (stampa 2012)
Abstract/Sommario: Il libro, curato da Michele Bernardon, segretario dell’Efasce e studioso di emigrazione, ripercorre le tappe di questo antico mestiere che si diffuse in Friuli dal XV secolo quando i primi tagliapietre provenienti dalle regioni lombarde fecero la loro comparsa in Friuli.. - La prima parte del libro è dedicata ad una rivisitazione dei paesi del Friuli Occidentale dove si affermarono questi professionisti e all’individuazione delle cave, disseminate in tutto l’arco della pedemontana, dal ...; [Leggi tutto...]
Il libro, curato da Michele Bernardon, segretario dell’Efasce e studioso di emigrazione, ripercorre le tappe di questo antico mestiere che si diffuse in Friuli dal XV secolo quando i primi tagliapietre provenienti dalle regioni lombarde fecero la loro comparsa in Friuli.. - La prima parte del libro è dedicata ad una rivisitazione dei paesi del Friuli Occidentale dove si affermarono questi professionisti e all’individuazione delle cave, disseminate in tutto l’arco della pedemontana, dal Livenza al Tagliamento, da cui sono state estratte nel corso dei secoli migliaia di tonnellate di pietra.. - Nella parte centrale dell’opera, l’autore ha dato ampio spazio ai luoghi di emigrazione. Iniziando da quei paesi d’oltralpe che i migranti sceglievano da secoli come meta in cui cercare fortuna.. - Nella parte finale del volume, un’interessante documentazione, in gran parte inedita, sulla presenza dei migranti che alla fine dell’800 si spinsero fino in Nord America e in Australia. Il libro si chiude con un elenco delle numerose opere che ancora oggi sono ammirabili in diversi paesi del Friuli Occidentale. Un’epopea, quella degli scalpellini tagliapietre, che ha interessato parecchi paesi della pedemontana pordenonese, iniziando dalla frazione di Toppo di Travesio, dove si trovano ancora le tracce dei primi scalpellini tagliapietre, fra cui l’antesignano Giovanni Pilacorte di cui rimangono ancora visibili almeno 70 opere che gli possono essere attribuite con sufficiente certezza. Allo stesso modo sono stati individuati i paesi da cui questi intraprendenti artisti della pietra hanno iniziato ad emigrare, a cominciare da Clauzetto e dintorni da dove almeno 300 giovani scalpellini si sono recati, alla fine dell’ottocento, ad abbellire con la loro maestria i ponti e le facciate delle stazioni della ferrovia transiberiana.. - Oppure quelli partiti da Poffabro di Frisanco, da dove almeno 500 famiglie alla fine dell’ottocento hanno lasciato la Val Colvera per raggiungere le colline circostanti la città di Philadelphia, ricche di cave di pietra. Fino al più noto Luigi del Bianco che, partito da Meduno nel 1903, diventò famoso per aver guidato negli anni ‘30 una schiera di circa 380 tagliapietre alla realizzazione del famoso "Mount Rushmore National Memorial", una montagna del Sud Dakota in cui sono stati scolpiti i volti dei quattro famosi presidenti americani. (aise)