Monografia a stampa
Kipling, Rudyard
On the city wall ; They
Roma : La biblioteca di Repubblica - L'Espresso, 2016
Abstract/Sommario:
On the City Wall – Sulle mura della città
Nella sua casa sulle mura di Lahore, la bellissima prostituta Lalun, esperta di canto e di danza, osserva con curiosità e partecipazione il complicatissimo universo indiano che lì si affolla per godere dei suoi favori.
Ne fa parte anche il narratore inglese di Sulle mura della città, scritto da Rudyard Kipling nel 1888, il quale capisce poco di ciò che accade, e oscilla fra una sottile preoccupazione e una stentata ironia.
Proprio questo, ...; [leggi tutto]
On the City Wall – Sulle mura della città
Nella sua casa sulle mura di Lahore, la bellissima prostituta Lalun, esperta di canto e di danza, osserva con curiosità e partecipazione il complicatissimo universo indiano che lì si affolla per godere dei suoi favori.
Ne fa parte anche il narratore inglese di Sulle mura della città, scritto da Rudyard Kipling nel 1888, il quale capisce poco di ciò che accade, e oscilla fra una sottile preoccupazione e una stentata ironia.
Proprio questo, del resto, sembra essere il messaggio “forte” affidato da Kipling al racconto: la sostanziale incapacità per gli europei di comprendere quel mondo di cui si sono appropriati da dominatori, restandone però fatalmente lontani ed estranei.
I personaggi che si incrociano nella narrazione e nel letto di Lalun risultano fortemente emblematici di una condizione meticcia e indefinita, che rende estremamente precaria la loro identità.
Ma la profonda confusione dell’India non lascia indenni neanche i colonizzatori inglesi.
Il racconto rispecchia in fondo abbastanza fedelmente l’atteggiamento dello stesso Kipling nei confronti del subcontinente indiano. L’India è l’oggetto pressoché esclusivo della sua creatività, e a quel paese guarda con genuino stupore per quanto si vede intorno, per le usanze incredibili che scopre giorno per giorno, per il caos di popoli e religioni che lo contraddistingue, per la miseria più squallida e il più fulgido splendore che vi si mescolano in un nodo inestricabile.
Ma da quel mondo, in definitiva, Kipling si tiene lontano, lo osserva senza entrarci o condividerlo: può anche ammirarlo e commuoversi, ma senza mai dimenticare che lui è inglese, erede di una stirpe di colonizzatori, depositario di un mito denominato pax britannica, e quindi irreparabilmente diverso, se non superiore tout court.
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“They” – “Loro”
In un pomeriggio estivo un uomo si lancia con la sua auto nella campagna del Sussex, ma attraversando un bosco smarrisce la strada; uscito dalla selva si ritrova di fronte a una antica dimora signorile. Il protagonista che sembra entrare per caso in un mondo popolato da personaggi enigmatici: una gentildonna impossibilitata a vedere, una schiera di bambini inafferrabili, un maggiordomo discreto e inappuntabile. L’intima atmosfera del racconto è abbastanza inconsueta nell’opera di Kipling: è certo molto lontana da quella esotica o avventurosa delle più note narrazioni, e ancora più distante dalla celebrazione dell’azione civilizzatrice delle potenze coloniali.
In They si coglie qualcosa di molto più personale, riflessivo, anche sentimentale, tanto che la critica ne ha sottolineato una lettura in chiave autobiografica. Infatti nel 1899, non molti anni prima della stesura del racconto (pubblicato per la prima volta sul numero di agosto del 1904 dello Scribner’s Magazine e compreso pochi mesi dopo nella raccolta Traffics and Discoveries), Kipling aveva perso tragicamente l’amatissima figlia Josephine, morta di polmonite a soli sei anni.
In questo racconto l’attenzione e la tenerezza speciale che lo scrittore dimostra nei confronti dei bambini e dei ragazzi, e che trova espressione nei protagonisti di molte delle sue opere (da Mowgli a Kim a Harvey), assume un aspetto nuovo e più profondo, che affonda nel personale struggente ricordo per la figlia scomparsa. Tuttavia l’identificazione del tutto naturale tra il narratore e Kipling stesso non esaurisce la forza della storia, banalizzandola nella mera rievocazione di un lutto privato. L’autore costruisce infatti con efficacia la sua narrazione, conducendo progressivamente il lettore a intuire ciò che il protagonista riesce a cogliere come rivelazione definitiva solo al termine della short story.
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