Monografia a stampa
Majakovskij, Vladimir Vladimirovič
Milano : Nuova Accademia, 1965
Abstract/Sommario: “La cimice” si inserisce all’interno della drammatica riflessione di Majakovskij sugli esiti del processo rivoluzionario seguita alla morte di Lenin il 21 gennaio 1924. Dopo la morte di questi, infatti, all’interno del Partito si scatenò una lotta durissima tra i sostenitori dell’internazionalismo (Trockij) e coloro che invece ritenevano che l’unica strada percorribile (dopo il fallimento delle agitazioni in Germania e Ungheria nel 1919) fosse quella del “socialismo in un solo Paese” ( ...; [Leggi tutto...]
“La cimice” si inserisce all’interno della drammatica riflessione di Majakovskij sugli esiti del processo rivoluzionario seguita alla morte di Lenin il 21 gennaio 1924. Dopo la morte di questi, infatti, all’interno del Partito si scatenò una lotta durissima tra i sostenitori dell’internazionalismo (Trockij) e coloro che invece ritenevano che l’unica strada percorribile (dopo il fallimento delle agitazioni in Germania e Ungheria nel 1919) fosse quella del “socialismo in un solo Paese” (Stalin). Il 1929 è l’anno della definitiva sconfitta e dell’allontanamento di Trockij (e poi Bucharin e Zinov’ev schieratisi con lui) da parte dell’ “uomo solo al comando”, Josif Stalin, colui che diverrà l’ago della bilancia del destino dei quattro in foto (e dell’Unione sovietica tutta). Diciamo subito che la sorte peggiore sarà quella che toccherà a Mejerchol’d. Proveniente da una lunga carriera di attore e direttore sia a Mosca che a Pietroburgo, dove lavorò fino allo scoppio della rivoluzione nei due teatri imperiali l’ “Aleksandrinskij” e il “Mariinskij” portando in scena spettacoli sia di prosa che musicali, nel 1923 aveva fondato il “Teatro Mejerchol’d” a Mosca dove rivisitava in chiave rivoluzionaria classici russi ed europei. Sperimentatore e inventore infaticabile, nel campo anche della biomeccanica attoriale, sotto Stalin iniziò a cadere in disgrazia per l’accusa di trockismo e a vedere i propri spettacoli cancellati dalla censura. L’accusa formale parte per lui il 17/12/1937 sulla “Pravda” a firma di Kerzencev. Arrestato e torturato di lì a poco, febbraio 1940, verrà ucciso (e stessa sorte toccherà alla moglie). Majakovskij, entusiasta poeta cantore della Rivoluzione d’Ottobre, già futurista e personalità tra le più in vista del mondo letterario dell’epoca, mostrerà sempre maggiore scetticismo e una profonda delusione per la burocratizzazione, l’irrigidimento dogmatico e la svolta autoritaria che si stava compiendo in quegli anni. Accusato anche lui di allontanarsi dai dettami del “socialismo reale”, finirà il 14 aprile 1930 col suicidarsi sparandosi un colpo di pistola.