Monografia a stampa
Lozer, Giuseppe
Piccole memorie : 1893-1967
Pordenone : Cosarini, (stampa 1967)
Abstract/Sommario:
Nacque a Budoia (Pordenone) da Bortolo e Lucia Fort il 24 luglio 1880. A dodici anni lasciò il paese natale per andare a studiare in seminario a Portogruaro. Studente attento e preparato, particolarmente interessato al diritto canonico, manifestò negli anni un atteggiamento critico nei confronti dei metodi e dei contenuti dell'insegnamento impartito, in modo particolare per l'impostazione neotomista e l'avversione al rosminianesimo dei suoi insegnanti. Tra il 1900 e il 1901 si formò ne ...; [leggi tutto]
Nacque a Budoia (Pordenone) da Bortolo e Lucia Fort il 24 luglio 1880. A dodici anni lasciò il paese natale per andare a studiare in seminario a Portogruaro. Studente attento e preparato, particolarmente interessato al diritto canonico, manifestò negli anni un atteggiamento critico nei confronti dei metodi e dei contenuti dell'insegnamento impartito, in modo particolare per l'impostazione neotomista e l'avversione al rosminianesimo dei suoi insegnanti. Tra il 1900 e il 1901 si formò nella città del Lemene un circolo, facente riferimento al movimento di Democrazia Cristiana di Romolo Murri. Il chierico Lozer ne fu uno degli ispiratori. Abbonato alle riviste «La cultura sociale» e «Il domani d'Italia», diffondeva le idee del sacerdote marchigiano, che sosteneva la necessità di uno stretto rapporto tra religiosità, azione sociale e democrazia politica, sin dentro il seminario. Negli anni seguenti con l'amico Annibale Giordani cercò di diffondere le sue convinzioni tramite la rivista «La Concordia» con una serie di articoli graffianti contro agrari, industriali, massoni e socialisti. Il suo atteggiamento convinse il vescovo Francesco Isola della necessità di allontanarlo dal seminario e di non permettergli di intraprendere gli studi universitari. Terminati gli studi di teologia, Lozer fu quindi consacrato sacerdote nel febbraio del 1903 e inviato come economo spirituale a Torre di Pordenone, in una zona a forte densità industriale, dove il socialismo aveva già fatto molti proseliti. Nominato parroco di Torre nell'anno successivo, Lozer non si perse d'animo: riallacciati i rapporti con il Giordani, divenuto cappellano a Pordenone, e con don Concina, parroco di Prata, fondò nella città sul Noncello un circolo del movimento cattolico friulano, cominciando a interessarsi anche alle condizioni di vita e di lavoro del proletariato locale. A questo periodo risale la sua convinzione della necessità di un'unità sindacale apartitica e aconfessionale, contestatagli anche violentemente dai socialisti locali. Nel 1906 papa Pio X pubblicò l'enciclica Pascendi, con la quale condannava il modernismo. Il vescovo Isola convocò, quindi, don Concina per chiedergli di prendere le distanze dal movimento della Democrazia Cristiana e di convincere della necessità di questo passo anche Lozer: il parroco di Torre però non era in sede perché in quei giorni partecipava segretamente al primo congresso della Lega democratica nazionale a Milano. Tornato in diocesi egli si attenne a quanto indicato dal vescovo, pur non rinunciando alla lotta sindacale e alla difesa dei diritti del proletariato della sua parrocchia. Nel 1910 Lozer ottenne il permesso dal vescovo di iscriversi alla facoltà di diritto del seminario patriarcale di Venezia. La sua esperienza universitaria fu però di breve durata: accusato di modernismo dagli insegnanti, fu ben presto richiamato in diocesi. Gli anni successivi furono caratterizzati dalla collaborazione con don Concina, che, con il sostegno del vescovo Isola, cercava di organizzare le leghe bianche nelle campagne della Destra Tagliamento. Allo scoppio del primo conflitto mondiale, il sacerdote manifestò pubblicamente le sue idee pacifiste e antiinterventiste, venendo accusato di istigazione alla rivolta e di austriacantismo da «Il popolo d'Italia». Sebbene prosciolto da ogni accusa dalla Corte di appello di Venezia, Lozer fu comunque mandato al confino, prima in Sardegna e poi a Roma.
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